L’importanza del marchio, il peso dei diritti d’autore: ecco il motore del rock. Così deve pensarla Jimmy Buffett, un cantautore che ha fondato la sua fortuna sul nome di un cocktail e lo ha personalizzato scrivendo “Margaritaville”, che ora dà il nome anche ad alcuni locali di sua proprietà, come quelli di New Orleans e Key West. E, venuto a conoscenza dell’esistenza di un ristorante omonimo sito a Kingman, in Arizona, ha intimato ai proprietari, a mezzo dei suoi legali, di cambiare il nome del locale per non essere perseguiti dal legale titolare del nome e del marchio.
Emma e Neil Mathews, i malcapitati, sono stati raggiunti da una raccomandata e sono intimoriti ma anche piuttosto arrabbiati, avendo in uso il nome da oltre dieci anni. Staremo a vedere.
Una certezza: mai scherzare con Buffett. Per una ragione analoga, ma con pretese decisamente superiori e discutibili, lo scorso marzo se la prese con i titolari di una tavola calda chiamata “Cheeseburger in Paradise” - un altro richiamo ad una delle sue canzoni - che, però, hanno dimostrato di essere i regolari aventi diritto all’uso del nome.